Animali

Un po’ affaticati e con qualche vescica siamo ripartiti è risaliti verso l’uscita dal canyon: unici segni di vita una famiglia di cinghiali che, dopo averci tagliato la strada, ha attraversato con molta più convinzione di quanto avessimo avuto noi il torrente per inerpicarsi sull’altra riva. Arrivati stremati a Monodendri abbiamo poi scoperto che non c’era nessun mezzo pubblico per rientrare a Ioannina, la città da cui eravamo partiti 3 giorni prima. Di nuovo sacco sulle spalle e di nuovo sulla strada: dopo un’ora e mezza di asfalto finalmente un buon uomo impietosito – e fortunatamente diretto proprio alla nostra meta – ci ha caricati. 

Momento di impotente tristezza quando il cane che ci aveva accompagnato nel nostro mesto e supplicante andare ha iniziato a rincorrere l’auto sulla quale eravamo saliti…



 

Konitsa

Risalendo il fiume per non molti km ma forse di qualche secolo siamo arrivati al monastero Stomiou dove l’incontro con gli unici due monaci che vi dimorano è stato un assaggio dell’ascetismo e del misticismo che probabilmente ritroveremo molte volte nel nostro viaggio.

Avrebbe dovuto essere una passeggiata, ma complice la pioggia e il sentiero dissestato dalle ultime piene siamo rientrati in paese col buio, affamati e con le gambe a pezzi. Per fortuna una macchina tipo Matiz con a bordo un’intera famiglia si è fermata al segnale dei nostri pollici: nonostante l’affollamento dell’abitacolo e il 20% di pendenza delle strade non si sono fatti scoraggiare e ci hanno caricato. Il mix letale del fumo della loro Marlboro e dei nostri vapori corporei ha trasformato i finestrini in lavagne per la gioia dei loro tre figlioletti. Efharistò!!

Fiume Aoos

Ponte di Konitsa


Cappella del monastero

Il nostro appartamentino

I ragazzi che ci hanno portato da Ioannina a Konitsa