Non soffiatevi il naso in pubblico.
Per salutarsi gli uomini si danno due testate. Il movimento è lo stesso dei due baci (destra e sinistra) ma il contatto avviene con la fronte.
Le scarpe si tolgono appena entrati in casa e ci si mette delle ciabatte. Per il bagno ci sono delle ciabatte ad hoc.
La carta igienica scompare man mano che si va verso est e così anche la tazza in ceramica. Prendono piede la turca e un rubinetto con una caraffina. Scompare lo sciacquone. I bagni pubblici sono a pagamento.
Le parole inglesi o francesi sono diventate parte del loro vocabolario, ma le scrivono in turco (hotel boutique=otel butik, t-shirt=tišört, accessoires=aksesuar, coiffeur=Kuaför…)
Prima di uscire, dopo aver mangiato, o in altre occasioni vi verrà offerta della colonia da mettere in faccia.
Al supermercato è quasi impossibile trovare confezioni di yogurt sotto il mezzo chilo.
Ogni momento è buono per bere un tè.
Non esiste colazione (kavahılti) senza formaggio, pomodori cetrioli e olive.
I due dolci nazionali sono il baklava (che dovrebbe avere origine nel sud est) e il lokum (che pare invece appartenga al nord ovest).
Il ciğ köfte (polpetta cruda) oggi è un ottimo piatto vegetariano. In passato era carne cruda ma ora le polpette vengono fatte con bulgur e spezie.
Il Lamachun ha origine arabe ed è arrivato in Turchia da sud est.
L’automobile più diffusa è una vecchia Renault 12.
Il benzinaio oltre a fare benzina si segna anche il numero di targa.
Al semaforo rosso chi è davanti può rilassarsi e distrarsi. chi sta dietro suonerà il clacson appena diventerà verde.
Le donne turche sono moooolto gelose.
Il viola è il colore della fertilità e gran parte delle donne curde porta il velo di questo colore. Sempre nel sud est è tradizione per le anziane portare un velo bianco.
Ad Atatürk piaceva bere, ad Erdoğan no.