Se c’è una cosa che abbiamo imparato a fare oggi – chi più chi meno… – è ballare sulle note delle canzoni popolari curde. Niente di troppo difficile sia chiaro, ci si tiene per i mignoli e in cerchio si gira guidati dal ritmo incalzante del percussionista cantastorie. Si perché le storie curde si tramandano oralmente, gli “anziani” cantano e ballano e i giovani assorbono le loro radici tramite la danza.
Tutto questo non accade per strada ma nella Dengbê Evi (un centro culturale nel centro di Diyarbakır) dove tra un tè e l’altro gli arzilli si danno da fare affinché il ritmo non cessi mai. La generosità e la voglia di coinvolgerci sono tante, ci viene regalato addirittura un libro sulla città ma alle 5 la vorticante euforia rallenta, i musicisti ripongono i loro strumenti e restiamo nel cortile a rilassarci prima di andare sulle mura che circondano la città vecchia per gustarci il tramonto e prima di ripartire verso nord, e verso il freddo.


Belle foto.. ma donde sta esto paesello? Ancora turchia?
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