Kalambaka-Trikala 25km
Neanche il tempo di arrivare sulla strada principale, primo accenno di pollice quasi svogliato e… una macchina si ferma in mezzo alla strada, no dico, in mezzo! Al volante un ragazzo orientale, a lato la madre e dietro moglie con bimbo in fasce: ci caricano!!! Bene. Dentro fa un caldo tropicale inverosimile e lo spazio vitale è davvero poco ma fuori piove quindi non ci lamentiamo. Lui spara battute agghiaccianti a raffica accompagnate da una risata da cartone animato che non può non essere che contagiosa, ma dietro quella faccia da bonaccione si nasconde un cazzutissimo maestro di kung-fu scappato dalla Cina per non pagare la multa salata che spetta a chi prolifera troppo, e lui di figli ne ha tre. La madre-nonna ogni tanto si gira per sorridere al nipote che invece ha occhi solo per noi e dal suo rotondo perfetto ci scruta con aria dubbiosa. La moglie ci fa qualche sorrisino, poi si addormenta a bocca aperta.
Trikala-Larissa 60km
Mezz’ora sotto la pioggia incessante. La sensazione è quella di essere invisibili. Proviamo con cartelli, con mani giunte, con sorrisi ma nulla. L’unico che si ferma è un vecchietto raggrinzito alla guida di un “pick-up” con solo due posti a sedere, ma ci fa capire che non va nella nostra direzione. Vabbè
Passano altri venti minuti, stiamo per demordere ma ecco il colpo di scena: ricompare Bill – così si chiama l’arzillo – e col suo sorriso mono-dente afferma che vuole portarci a Larissa, anche se ad un uomo lì per caso continua a dire che ci avrebbe portato da un’altra parte! Ci strizza l’occhio e suggerisce di reggergli il gioco.. Un po’ titubanti decidiamo di salire, lui non parla inglese ma parla un sacco. Ticchettando l’indice sulla tempia e dicendo “Bill trilos!!” capiamo di essere nelle mani di un pazzo. Molto bene. Ripartiamo e la direzione è quella giusta! In tre davanti come sardine e i nostri zaini caricati dietro. Il resto è pura delirante poesia!
https://m.youtube.com/watch?v=XAD8Omr9bpo
Arriviamo infine in stazione e, dopo averci messo in guardia su possibili poliziotti in borghese che ci starebbero spiando (teoria paranoico-complottistica che ci ha fatto capire perché avesse depistato il passante sulla nostra direzione) ci saluta come amici di vecchia data stampandoci quattro baci sulle guance!
“You, veryvery friend!”
Lui tornava a Trikala, felice di aver passato qualche ora con noi. Noi lo ringraziamo di cuore!