
Il vero fiore all’occhiello del viaggio in Giappone, nonché sottile linea rossa che ha tracciato il nostro itinerario da nord a sud, sono stati gli onsen.
Queste sorgenti termali sono sparse per tutto il Paese ed andarci è un’abitudine radicata e popolare, per nulla elitaria. Il prezzo può oscillare dal gratuito per gli onsen più spartani a 1300 yen (10€) per quelli più grandi e ricercati, dotati magari di un rotenburo (vasca all’aperto) con vista panoramica.
L’onsen prevede solitamente un ingresso (dove vengono lasciate le scarpe in appositi armadietti) e due aree separate per uomo e donna all’interno delle quali vi è uno spogliatoio con armadietti e ceste, lavandini, bilancia e asciugacapelli. Da qui si accede all’onsen vero e proprio (l’uso del costume da bagno è assolutamente vietato): entrando ci si munisce di sgabello e scodella e ci va a sedere di fronte a una postazione dotata di rubinetto, doccino e shampoo. Il lavaggio è generalmente molto accurato, ci si strofina energicamente con un asciugamanino – lo stesso che poi viene piegato e appoggiato sulla testa per entrare in acqua e con il quale ci si asciuga prima di rientrare nello spogliatoio – e può prevedere depilazioni con rasoio, lavaggio di denti e tutto ciò che si farebbe a casa propria. La struttura di solito mette a disposizione shampoo e bagnoschiuma, ma generalmente ognuno arriva munito di un cestino di plastica con i propri prodotti.
Finito il lavaggio e eliminata ogni traccia di sapone inizia l’immersione nelle più svariate combinazioni di vasche d’acqua a varie temperature, vasche idromassaggio, saune e vasche ghiacciate. Gli onsen più autentici e vecchi però sono un’esperienza totalmente diversa.

Se finite in paesini come Nozawa Onsen o Beppu Onsen, gli onsen non sono altro che un’unica sala dove vi spoglierete prima di sedervi in terra tra un rubinetto di acqua – alle volte fredda- e la vasca di acqua termale. Nati per permettere alla gente senza bagno in casa -cosa tutt’ora non così rara- di lavarsi, offrono un’atmosfera semplice e di condivisione lungi dalla mondanità dei rotenburo più rinomati.

A chiudere il rituale dell’esperienza è la sala relax – che non si trova però ovunque – dove distendersi sul tatami e godersi uno dei sonni più riposanti che abbiate mai sperimentato. Spesso e volentieri sono presenti anche poltrone massaggio se non un vero massaggiatore. Avendo viaggiato in inverno e campeggiato ovunque, questi bagni pubblici sono stati la nostra salvezza e coccola quotidiana!
Ecco una selezione degli Onsen più belli dove siamo stati:
- Koikawa Onsen (Moiwa, Hokkaido) dalle acque ferrose e torbide.
- Goshiki Onsen (Annupuri, Hokkaido) niente fronzoli, con due vasche interne e un rotenburo dalle acque quasi ustionanti.
- Takegawara Onsen (Beppu Onsen, Kyushu) con un’unica vasca ma dall’atmosfera affascinante.
- Seiryuusou Onsen (Kikuchi, Kyushu), piccolo e raccolto rotenburo dalle acque oleose.
- Tamatebako Onsen (Ibusuki, Kyushu) con un rotenburo dalle acque salate e con vista sull’oceano e sul vulcano Kaimondake.
Nb: è vietato scattare fotografie, siamo riusciti a farne qualcuna solo in quelli in cui eravamo soli!