Siamo stipati da tre giorni su una nave – che neanche troppo eufemisticamente chiamiamo carro bestiame – e non è quella che dalle Filippine ci ha lasciato in Malesia, perché da allora sono passati quasi tre mesi.
Non che di cose non ne siano successe, ma complici il clima tropicale e soprattutto la visita di amici e famiglia (santo agosto!) abbiamo preso un andazzo vacanziero difficile da scollarsi di dosso dopo più di un anno e mezzo di viaggio.
Ora il viaggio è ricominciato e i tempi morti e la voglia di scrivere anche, ma oggi si cambia regime: se di solito evitavamo di fare la “lista della spesa”, per porre rimedio a cotanto lassismo oggi annoveriamo gli eventi principali di questi mesi suddividendoli in tre macro sezioni.
Nb: causa rottura della macchina fotografica e furto del telefono, la quantità e qualità delle foto è quella che è…
VACANZA N•1
Dal Borneo al Sulawesi, in compagnia di Davies, Carletto e Anna (che per evitare fraintendimenti chiameremo Varanasi) e Gabri&LaVale.
- Avvistamenti marini vari intorno all’isola di Maratua (arcipelago di Derawan) tra cui uno squalo che ha fatto fare ad Anna e Varanasi il record dei “100 metri in 2 secondi” e “agility di risalita sulla barca senza scaletta” a Gabri. (Un applauso a Marco per l’avvistamento e uno a Davies per aver preso il coltello e continuato lo snorkeling).
- Eccelsa performance canora di Vale, Anna e Varanasi in un Karaoke/Bordello nella ridente città di Berau, unico posto che vendesse birra dove Carletto si è improvvisato vocalist.
- Tentativo fallito di avvistamento dell’orango (ma abbiamo visto il nido e sopratutto imparato che l’orango fa un nido) nella foresta di Wehea, un piccolo cuore pulsante di giungla raggiunto dopo aver guardato per ore lo scempio creato da motoseghe ed incendi per creare spazio alle palme da olio.
- Eccitamento collettivo per aver preso una suite per due persone ed esserci stati in cinque (tutto alla luce del sole!) pagando 13€ a testa e aver potuto così fare una doccia calda di lusso e depredare il buffet colazione. Non prima di aver scattato alcune foto geniali in un centro commerciale.



- Passare venti ore sulla Pantocrato, nave greca con armatore indonesiano di palesi origini cinesi che, vedendoci ammassati sui letti a castello, ci invita nella cabina di pilotaggio stappando una bottiglia di vino simil-aceto la sera e ci offre del gado-gado (mix di verdura con salsa di arachidi) a colazione!
- Entrare in contatto la tribù dei Tana Toraja e le loro tradizioni sanguinarie, partecipando all’inaugurazione di una casa e ad un rito funebre nei quali sono stati sacrificati rispettivamente maiali e bufali *(vedi prossimo articolo).
- Arrivare per gli ultimi tre giorni alle isole Togean, rilassarsi tra amaca e tramonti a picco sul mare e fare i tuffi bomba dal pontile dal quale, per festeggiare il compleanno di Davies, Marco ha deciso di provare a fare un back-flip…sul pontile.
- Imparare a mettere i punti di sutura (Anna e Varanasi) guardando un radiologo inglese improvvisatosi infermiere che con un self-control e un sorriso da spot del dentifricio ricuce la testa di Marco senza anestesia (per il motivo del punto precedente), mentre Carletto e Davies sbiancano e sudano.
VACANZA N•2
Dal Sulawesi alle Raja Ampat, con Lucilla e Diego.
- Farsi un aperitivo con Franciacorta e Parmigiano sull’isola di Bunaken, e non aggiungiamo altro.
- Avvistare giornalmente squali (d’ora in poi nostri amici) tartarughe, migliaia di pesci colorati ma anche un dugongo, serpenti marini, un’aquila di mare, una manta, una razza gigante, mini-cavallucci marini, branchi di barracuda (…). E stormi di pappagalli e aquile e uccelli del paradiso rossi durante il rituale dell’accoppiamento. Ma anche topi, che di notte zampettavano sulle travi del bungalow.
- Dare il peggio di sè durante gli agguerriti tornei di burraco dopo cena.
- Scoprire dopo un tuffo da uno degli scogli della baia tra Gam e Waigeo che la nostra barca era stata accerchiata da tre canoe di serissimi papuani che, con motosega e macheti al seguito, richiedevano senza troppi complimenti un gentile contributo per l’utilizzo del “trampolino”.

- Provare l’ebrezza di rimanere a 20 metri di profondità improvvisamente senza ossigeno (per errore, la bombola di Marco non era stata aperta del tutto e dopo 10 minuti – complice la pressione – aveva smesso di erogare) e fare la procedura di salvataggio. Ma non era una di quelle cose “tanto non succederà mai” ?!
- Fare ogni sera l’aperitivo con birra e noccioline sul pontile all’ora del tramonto e arrivare nella maggior parte dei casi con il sole già sprofondato nel mare (non per colpa nostra ma per alcune difficoltà matematiche nelle addizioni alle quali il ragazzo addetto alla cassa non riusciva a far fronte nemmeno con l’uso della calcolatrice).
- Sognare per giorni l’ultima e meritata cena in un piccolo ristorante italiano (Angela cafè, a Manado) finalmente con pizza e insalata!
STOP TECNICO di dieci giorni a Manado in attesa del rinnovo del visto. Una delle città più brutte, sporche e prive di attrattive incontrate lungo il nostro cammino. Per movimentare le giornate, siamo passati da “Rich Dental Clinic” (dove Rich è l’abbreviazione di Richard) e Marco ne è uscito più leggero!
A dire il vero ci siamo presi il week end per andare nella vicina zona di Tomohon.

VACANZA N•3
Sull’isola di Bangka, ospiti da Marco e Ilaria al Coral Eye resort.
- Ritornare a mangiare italiano a colazione, pranzo e cena (e merenda!) e correre a tavola al grido indonesiano di “È PBRONDO!!”.
- Riuscire dopo estenuanti e frustranti allenamenti a percorrere tutta la slackline (Anna) o almeno prenderci confidenza (Marco).
- Provare nuovamente la sensazione di avere una casa.
- Mandare al diavolo per una sera il vegetarianismo mangiando pecorino e salame felino (per caso si nota che ci inizia a mancare il cibo italiano?).
- Ascoltare tutte le incredibili storie di credenze e superstizioni degli abitanti dell’isola (la più saliente: se un figlio – anche adulto – davanti alla propria famiglia diventa violento e non ragiona più mettendo a rischio l’incolumità della stessa, la madre si sfila le mutande e sbattendogliele in faccia lo fa svenire!)
FINE
E invece ora ci stiamo aggirando tra le isole Banda, su navi che ci fanno rimpiangere il carro bestiame di cui sopra, ma che ci viziano di sapori e storia.
A presto – si fa per dire 😉
Ciao Anna, ciao Marco!
Che capolavoro il vostro blog!!!
É un piacere leggere i vostri racconti e guardare le vostre bellissime foto.
Vi mando un abbraccio ringraziandovi per avermi fatto sentire bene con voi durante il mio soggiorno a Bangka.
Sabrina dal Ticino
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Ciao Sabrina! Come stai? Com’è proseguito il tuo viaggio? Ti è piaciuto Tomohon? Un abbraccio anche e a te!
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