Scampato il rischio di non riuscire nemmeno ad arrivarci – non tanto per la solita logistica improvvisata (treno-bus-autostop-frontiera a piedi-navetta-piedi) quanto per gli allagamenti che fino a due giorni prima avevano reso impraticabile l’attraversamento del fiume – col buio e con l’ultima pita-giros greca nello stomaco arriviamo nella nostra prima tappa turca: Edirne.
La prima impressione è quella di trovarsi in un anonimo paese di frontiera un po’ sgarrupato e polveroso (pensiamo all’ennesima ricamata della Lonely) ma l’indomani, finalmente baciati dal sole, oltre ad una nuova lingua incomprensibile – nessuno spiccica più una parola di inglese – a darci il benvenuto è una tranquilla e ordinata cittadina, costellata di moschee monumentali, chador colorati e tintinnii di bicchierini di tè.
E così passiamo la giornata a gironzolare con Akan che ci racconta di tutto e di più su Edirne. Acquistiamo nel mentre una dolce dipendenza dal baklava, assaggiamo fegato fritto e scopriamo con stupore che i turchi non fumano come i greci!
Finalmente un po di sole vi bacia! Alan chi e’?? UNO DEI TANTI AMICI CHE AVETE CONOSCIUTO? vogliamo vederli tutti man mano che vi spostate…!
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Ehi sola pubblica altri video che ci facciamo un po’ di spanzate!!
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