NOSTALGHIA 

Non c’entra niente la nostalgia.

È il titolo di un film di Andreij Tarkovskij, visto a casa di Tomaso e Sevi, a Istanbul. Un film che in qualche modo riflette i nostri giorni in questa città. Uno di quei film lenti in cui puoi permetterti di osservare e digerire i dettagli, dove non c’è una vera e propria trama da seguire ma un filo che ti incolla allo schermo per la bellezza intrinseca dei luoghi e per la poesia delle piccole cose.

Mentre sbrighiamo pratiche contorte per ottenere i visti, i gatti fanno un gran baccano sui tetti. Mentre camminiamo senza meta le bandiere sventolano ovunque. Mentre fischiettiamo “fiori rosa fiori di pesco” i carretti per strada vendono cuori di carciofi…

È passato un mese esatto dalla nostra partenza. L’emblema del film 1+1=1 (“Una goccia più una goccia, fanno una goccia più grande e non due”) e il discorso finale che esorta a seguire i propri sogni paiono azzeccati per la nostra prima, piccola ricorrenza. Anche se queste sono le teorie di un “pazzo”:

“La strada del nostro cuore è coperta d’ombra; bisogna ascoltare le voci che sembrano inutili; bisogna che dai cervelli occupati dalle lunghe tubature delle fogne e dai muri delle scuole, dagli asfalti e dalle pratiche assistenziali, entri il ronzio degli insetti. Bisogna riempire gli orecchi e gli occhi di tutti noi, di cose che siano all’inizio di un grande sogno. Qualcuno deve gridare che costruiremo le piramidi! Non importa se poi non le costruiremo. Bisogna aumentare il desiderio. Dobbiamo tirare l’anima da tutte le parti come se fosse un lenzuolo dilatabile all’infinito.” 

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